Naufragio e terremoto

 

 

 

 

Il terremoto è un naufragio in terra. Le case diventano imbarcazioni scosse tra le onde e sbattute sugli scogli. Si perde tutto, si conserva la vita, lacera, attonita che conta gli scomparsi sul fondo delle macerie.
Si abita un suolo chiamato per errore terraferma. È terra scossa da singhiozzi abissali. Questi di stanotte sono partiti da oltre quattromila metri di profondità. Qualche giorno fa stavo agli antipodi, oltre quattromila metri sopra il mare. Quel monte delle Alpi non è un meteorite piovuto dal cielo, ma il risultato di spinte e sollevamenti scatenati dal fondo del Mediterraneo. Forze gigantesche hanno modellato il nostro suolo con sconvolgimenti.
Si abita una terra precaria, ogni generazione cresce ascoltando storie di terremoti. Così, con le narrazioni, i vivi smaltiscono le perdite. Le macerie si spostano, si abita di nuovo lentamente, ma al loro posto restano le voci, le parole degli scaraventati all’aperto, a tetti scoperchiati. Ricordano, ammoniscono a non insuperbirsi di nessun possesso.
Arriva cieco di notte il terremoto e sconvolge i piccoli paesi. Ma i mezzi di soccorso sono di stanza nei grandi centri. Fosse un’invasione, quale generale accentrerebbe le sue forze lontano dai confini? Per il protettor civile questo ragionamento non vale. Ogni volta deve spostare le sue truppe con lento riflesso di reazione. Ai naufraghi nelle prime ore serve il conforto al cuore di un qualunque segnale di pubblica prontezza. Invece arriva prima un parente, un volontario, un giornalista. Il terremoto è anche un’invasione, contro la quale avere riserve piccole e pronte sparpagliate ovunque.
“Si sta come/ d’autunno/ sugli alberi/ le foglie”. La frase di guerra di cent’anni fa del soldato Ungaretti Giuseppe racconta il sentimento di stare attaccati all’ albero della vita con un solo piccolo punto di congiunzione.

Erri De Luca

 

Parfois les vaches...

©paolapigani

Quart d'heure

 

 

 

Une pelletée de cris d'enfants

je me pose là 

aujourd'hui

dans ce trou

où il fait chaud et vivant

Le bilan

 

 

 

 

 

 

 

Un tel a bien vécu

Un tel a mal aimé

Un tel a trop fumé

Un tel a attendu

Que son rêve meurtri

Redevienne tout petit

Pour disparaître avec lui

JO 2016

 

 

 

 

 

Elle équeute des haricots verts

Devant les jeux olympiques à la TV

Ses doigts sont aussi souples

Que ces drôlesses

Les gymnastes

Lui donnent  le tournis

Ce soir elle ira plonger

Ses jambes bleues

Dans l’eau de la rivière

Souvenir de chasse

 

 

Il avait fallu  marcher encore

Terre sable ou cailloux

Écouter

Vent oiseaux ou  pluie

Jusqu'à la clairière

Où nous attendait

 

Un renard

Son regard de bête humaine

Nos  mains tendues

N'avaient  pas de poids

Il s'était enfui

 

 Nous étions  restés seuls

Avec nos rêves de caresses.

 

 

 

 

Extérieur nuit

©paolapigani

L'invité de la dernière heure

 

 

 

 

 

 

Yin Mn Blue

Est composé d’ytrium, d’indium

et d’oxyde de manganèse

Le nouveau bleu ne sera

Ni repris ni échangé

Les sirènes  resteront assoupies

Dans de beaux draps

 

Cirque d'été

 

 

 

 

 

Ils cognent à tout va

Parpaings bardages planches

Juillet crame leur nuque

 

Dans leur dos

La grue fait son numéro

 

De ce côté-ci le mur grimpe

De l’autre un Nom de Dieu !

Friable comme du plâtre.

Tomber de haut

 

 

 

Je suis tombé dans un trou de lumière

tout en bas

Là où le jour se lève

Kenny Ozier-Lafontaine

 

 

©paolapigani